“Recovery plans should not ignore public health risks”
By medics4cleanair
April 22, 2021

Dr. Agostino Di Ciaula, Doctor, International Society of Doctors for Environment (ISDE) – Italy

Agostino Di CiaulaWhy is clean air important for our health?

According to the World Health Organization, air pollution is responsible for about 13 million premature deaths worldwide. In 80% of our cities, the concentration limits of pollutants recommended to contain health risks are not respected. Furthermore, deaths are only the tip of the iceberg. In fact, the health consequences of air pollution are much more numerous in terms of non-oncological, cardio-respiratory and neurological diseases, as well as alterations in reproductive health and pregnancy. The health consequences increase in direct proportion with the atmospheric concentration of the various pollutants and can start from embryonic life, depending on the duration of exposure and according to different individual vulnerabilities.

Why must Recovery Plans focus on health?

Failing to address the health consequences of otherwise preventable diseases means progressively increasing the expenditure necessary to manage both the diseases themselves and the burden of disability, which in most cases is chronic and progressive, regardless of the more proper health aspects. Concentrating economic resources on diagnosis, therapy, and rehabilitation means an inevitable increase in expenditure. These costs are progressively increasing mainly due to the increase in the frequency of non-communicable diseases and some forms of cancer. Concentrating on prevention measures and investing resources in this aspect would lead to a drastic reduction of negative externalities and an improvement in the quality of life for all, in the medium and long term.

For these reasons, no recovery plan should ignore public health risks, and instead, adopt primary prevention measures.

On the contrary, talking about relaunching while continuing to invest in the same causes that have determined the environmental, social, health, and economic crisis that we are experiencing in our era, characterized by the catastrophic consequences of climate change, means chasing a hope of relaunching that we will never be able to exist.

Why did you sign the “Medics4CleanAir” manifesto?

Health professionals experience the consequences at the forefront. They have the ability and possibility to transfer their knowledge to communities and policymakers, to better protect public health.

For any doctor, in the age of climate change, staying silent is neither viable nor ethically justifiable.

What can decision-makers do to improve air quality?

Air quality is linked, in large part, to combustion processes of anthropogenic origin (especially fossil fuels, biomass, and waste). Our economic system is still heavily dependent on non-renewable energy sources, with enormous economic advantages for the benefit of a few but with equally enormous environmental and health costs borne by all. The framework within which this is happening is now the countdown imposed on mankind by the inevitable progression of climate changes. In this context, the word “may” is particularly inappropriate. The road to abandoning combustion processes must be followed quickly and decisively.

Why is it important to improve air quality to address crises such as COVID-19? 

Air pollution will inevitably increase individual vulnerability to numerous diseases, including infectious ones affecting the respiratory system. COVID-19 is not an exception and it is no coincidence that most of its victims are among the most vulnerable (elderly, patients with multiple chronic conditions, disabled).

The consequences of climate change and the frightening reduction in biodiversity that we are witnessing will cause more and more frequent leaps of virus species between wild animals and humans. SARS-Cov-2 was the third coronavirus to make the species leap in less than two decades (SARS, MERS, COVID-19).

Therefore, improving air quality could reduce individual vulnerability but also the possibility of further pandemics.

Finally, this would free up enormous amounts of economic resources that can be used to better deal with crises like the one we are experiencing and, above all, to support the transition towards a sustainable economy.

Dr. Agostino Di Ciaula, Medico, Presidente Comitato Scientifico

Perché l’aria pulita è importante per la nostra salute?

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’inquinamento dell’aria è responsabile, a livello mondiale, di circa 13 milioni di decessi prematuri. Nell’80% delle nostre città non vengono rispettati i limiti di concentrazione degli inquinanti consigliati per contenere gli effetti sanitari. I decessi, inoltre, sono purtroppo solo la punta dell’iceberg. Molto più numerose, infatti, sono le conseguenze sanitarie dell’inquinamento dell’aria in termini di malattie non oncologiche di tipo cardio-respiratorio, neurologico, metabolico, le alterazioni della salute riproduttiva e della gravidanza. Le conseguenze sanitarie aumentano in diretta proporzione con la concentrazione atmosferica dei vari inquinanti, con la durata dell’esposizione e secondo diverse vulnerabilità individuali, con incremento del rischio in qualunque fascia di età a partire dalla vita embrionale.

Perché i piani di rilancio devono concentrarsi sulla salute?

Non riuscire a contenere le conseguenze sanitarie di malattie altrimenti prevenibili significa anche, indipendentemente dagli aspetti più propriamente sanitari, incrementare progressivamente la spesa necessaria per gestire sia le patologie stesse che il carico di disabilità che queste comportano, essendo nella maggior parte dei casi condizioni croniche e progressivamente disabilitanti. Concentrare la maggior parte delle risorse economiche sulla diagnosi, terapia e riabilitazione significa inesorabile aumento della spesa e delle conseguenze sociali ed economiche che questo comporta. Questi costi stanno progressivamente aumentando soprattutto a causa dell’incremento progressivo di incidenza della maggior parte delle malattie non-comunicabili e di alcune forme di cancro. Concentrarsi sulle misure di prevenzione primaria e investire risorse su questo aspetto significherebbe, al contrario, promuovere investimenti che, a medio-lungo termine, comporterebbero una drastica riduzione delle esternalità negative e un miglioramento della qualità di vita per tutti. 

Per questi motivi nessun piano di rilancio dovrebbe mai prescindere dalla considerazione del mantenimento dello stato di salute il più a lungo possibile e dall’adozione di misure di prevenzione primaria.

Al contrario, parlare di rilancio continuando ad investire sulle stesse cause che hanno determinato la crisi ambientale, sociale, sanitaria ed economica che stiamo vivendo nella nostra era, caratterizzata dalle catastrofiche conseguenze dei cambiamenti climatici, significa rincorrere una speranza di rilancio che non ci potrà mai essere.

Perché avete firmato il manifesto “Medics4CleanAir”?

Perché i professionisti sanitari vivono in prima linea le conseguenze sanitarie di scelte sbagliate, possiedono le conoscenze scientifiche adeguate per interpretare la realtà nel modo più appropriato e hanno capacità e possibilità di trasferire le loro conoscenze alle comunità e ai decisori politici, per tutelare al meglio la salute pubblica.

Per qualunque medico, in epoca di cambiamenti climatici, restare in silenzio non è una strada percorribile né eticamente giustificabile. 

Cosa possono fare le autorità per migliorare la qualità dell’aria?

L’alterazione della qualità dell’aria è legata, in massima parte, ai processi di combustione di origine antropogenica (soprattutto combustibili fossili, biomasse e rifiuti). Il nostro sistema economico è ancora fortemente dipendente dalle fonti energetiche non rinnovabili, con enormi vantaggi economici a beneficio di pochi ma con costi ambientali e sanitari altrettanto enormi e a carico di tutti. La cornice entro la quale questo sta avvenendo è il count-down ormai breve imposto al genere umano dall’inesorabile progressione delle conseguenze delle modificazioni climatiche. In questo contesto la parola “possono” della domanda risulta particolarmente inappropriata. La strada dell’abbandono dei processi di combustione deve essere percorsa rapidamente e con decisione.

Perché è importante migliorare la qualità dell’aria per affrontare crisi come quella del COVID-19?

L’alterazione della qualità dell’ambiente determina inesorabilmente un aumento della vulnerabilità individuale a numerose patologie, comprese quelle infettive a carico dell’apparato respiratorio. Il COVID-19 non è un’eccezione e non a caso la maggior parte delle sue vittime si conta tra i soggetti più vulnerabili (anziani, pazienti affetti da multiple cronicità, disabili).

Le conseguenze dei cambiamenti climatici e la spaventosa riduzione della biodiversità alla quale stiamo assistendo causeranno sempre più frequentemente salti di specie di virus tra animali selvatici e esseri umani. Il SARS-Cov-2 è stato il terzo coronavirus a compiere il salto di specie in meno di due decenni (SARS, MERS, COVID-19).

Dunque, migliorare la qualità dell’aria servirebbe a ridurre la vulnerabilità individuale ma anche a ridurre la possibilità di ulteriori pandemie.

Inoltre, questo contribuirebbe a liberare un’enorme quantità di risorse economiche utilizzabili per affrontare meglio crisi come quella che stiamo vivendo e, soprattutto, per sostenere la transizione verso forme di economia sostenibile.

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